Chiamarlo “palazzo” è assolutamente riduttivo. Reggia è un termine più appropriato. Le sue 950 stanze e studioli, i suoi giardini rinascimentali oltre a quelli pensili, le sue corti ed i cortili, i suoi saloni così ricchi da far invidia a principi e re, competono con quelli dei più importanti palazzi reali.
La Reggia di Mantova non è un unico palazzo ma un accorpamento di parti medievali a parti rinascimentali fino alle ultime modifiche apportate durante la dominazione austriaca da Maria Teresa d’Austria che lo chiamò per la sua magnificenza: “Palazzo Reale”.
Dal 1308 è stata la residenza ufficiale dei signori di Mantova, i Bonacolsi, e quindi la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi di Mantova. Ospitava il Gonzaga dominante del tempo, sua moglie, il figlio legittimo primogenito e gli altri figli legittimi sino alla maggiore età nonché gli ospiti importanti: qui vi soggiornò anche il viceré del Regno d’Italia napoleonico Eugenio de Beauharnais.
Il palazzo racchiude secoli di vita e di vite che hanno fatto la storia. Dalla Sala del Pisanello che riprende una scena tratta dal ciclo bretone di Re Artù, con cavalieri e dame che evocano la ricerca del Santo Graal, fino allo studiolo di Isabella, pieno di eleganti e raffinatissimi affreschi e armadi intarsiati. L’appartamento del duca Vincenzo con i ricchi soffitti e la quadreria, il suo laboratorio alchemico (posto nei sotterranei a fianco del “Giardino dei Semplici”) da dove il duca si dedicò alla febbrile ricerca dell’Elisir di lunga vita e di “eterna vigoria…”.
